di Giacomo Paolini. Regia di Cataldo Fambrini (2003)
La pièce è sorretta da una chiara impostazione classica, con tanto di trama assai elaborata e ben congegnata in sintonia con l’epoca, dove i personaggi danno vita a dialoghi molto espressivi e pieni di verve, nonché a situazioni movimentate e ricche di sorprese e colpi di scena eclatanti, all’insegna di intrighi, amori contrastati, eredità contese, malattie e malinconie che l’amore dissolverà come nebbia al sole. Con protagonisti ben caratterizzati che si stagliano come figure godibili anche per se stesse, nel quadro di un insieme molto armonico e affiatato. Il tutto ben inquadrato negli usi, i costumi, gli ambienti e le pratiche della scienza medica di allora, presentate in modo caricaturale, le quali con la loro comicità, arguzia ed ironia, che senza esse ingombranti e gratuite affiorano in ogni situazione, ci fanno ridere a crepapelle.
La preparazione del lavoro ha richiesto un notevole sforzo da parte dell’equipe di S. Maria a Colle, sia per quanto riguarda il testo assai impegnativo, sia per la realizzazione delle scene e dei costumi, essendosi dovuto ricreare fedelmente un mondo ottocentesco nel quale si muovono i dodici personaggi, l’uno e gli altri ricchi di colore e fantasia.
Questi gli attori: Giuseppe Lencioni, Antonietta De Benedictis, Maria Teresa Simi, Giulio Carli, Valentina Iacopetti, Liana Giannecchini, Arnaldo Iacopetti, Samuele Tognarelli, Maria Baccei, Simonetta Bianchi, Claudia Fambrini.
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