Le nozze d’oro

di Giacomo Paolini. Regia di Cataldo Fambrini (2001)

L’opera, che molti giudicano come la migliore dell’autore lucchese, racconta la vicenda di una coppia di contadini che rimasti soli nella grande casa sulla collina, si preparano a festeggiare le proprie nozze d’oro.Siamo verso i primi anni Novanta del ’900, nei giorni che precedono la festa.Viene descritta l’emotiva attesa di lei e quella più disincantata di lui, che coglie anche questa solenne occasione per dare sfogo alla sua innata vena spiritosa ed ironica.Si assiste al ritorno dei figlioli sparpagliati per il mondo, con mogli e mariti, per partecipare alla cerimonia in chiesa e alla grande tavolata con tutto il parentato. Un ritorno che presenta non poche sorprese…Un’accolita di personaggi molto variegati, dei quali vengono messi in risalto con vivacità ed umorismo a volte graffiante caratteri, difetti e manie, costituisce la struttura portante della commedia, in un serrato susseguirsi di scene molto divertenti, con momenti di umanità, nostalgia e riflessioni sul passato e i tempi che cambiano. Il tutto condito da un uso espressivo e puntuale del vernacolo lucchese, ma non solo, perché altri linguaggi gli fanno da contraltare, fra i quali spicca un esilarante idioma lucchese-americano.Una comicità vivacissima ma mai smodata, una verve che tiene in fibrillazione il pubblico dall’inizio alla fine, non impediscono l’emergere, quasi di prepotenza, di una profonda umanità, e di alcuni temi di viva attualità come la crisi delle coppia, l’abbandono degli anziani, lo stress, e la forsennata corsa al consumismo, al profitto e alla ricchezza.Un colorito affresco animato di personaggi, dai caratteri nettamente delineati ed assai bene assortiti, scorre con un ritmo serrato, dando luogo a continui cambiamenti di scene e di situazioni, ora patetiche, ora buffe, ora grottesche, ironiche, piccanti.

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